Gli scontri verbali sono un fenomeno comune nel traffico italiano. Tanto per cominciare, molti italiani guidano come pazzi. Le regole sono un optional, negoziabili a seconda della situazione. Quando Gustavo mi ha dato la prima ‘lezione di guida’ a Roma, mi ha detto di osservare poche e semplici regole. “Puoi anche buttare lo specchietto retrovisore, è inutile. Non ti preoccupare di quello che succede dietro di te. Concentrati su chi è davanti ed evita di andarci a sbattere. Se qualcuno ti tampona, paga l’assicurazione. Lascia stare le corsie, anche se ci sono, nessuno le rispetta.” E avrebbe potuto aggiungere un’altra regola: “Se hai un diverbio con qualcuno, oltre a usare il ‘lei’, fai in modo di urlare più forte.”
Un giorno stavo guidando nel giusto senso di marcia in una strada a senso unico a Roma, a bordo c’era mio figlio di sette anni. Un uomo su un motorino ci si parò davanti contromano. Frenai a secco per evitare uno scontro frontale e mi fermo. L’uomo sul motorino si avvicinò al finestrino e cominciò a urlare a squarciagola: “Stupida scema… bla… bla…” Ero così scioccata che per un istante rimasi a subire quell’aggressione verbale, mentre Nico, sporgendosi dal finestrino, urlava “MA VAFFANCULO!” Non sono sicura di chi fosse più sorpreso, l’uomo sul motorino o io. Ero sbalordita. “Non sapevo che conoscessi quella parola” dissi a Nico scuotendo la testa mentre ripartivo. Solo allora mi resi conto che mio figlio è molto più italiano di quanto credessi. Sa quando deve urlare più forte degli altri e sa che deve difendere la sua mamma.
Blog molto piacevole e interessante (è come vedersi allo specchio), e che bella scrittura. Passavo per caso e ho letto quasi tutto, nonostante le tante cose da fare. Grazie di questa pausa.
Grazie Claudio — che bello sentire un complimento in Italiano.