LEI – Confusione Linguistica

Quando mi sono trasferita in Italia tanti anni fa, mio marito ha cercato di spiegarmi l’uso della forma di cortesia, semplificandolo al massimo.

“Usa il LEI con tutti – mi ha detto – così non puoi sbagliare.”

Qualche settimana dopo ero a un pranzo, e sapendo che il mio italiano non era abbastanza fluente da permettermi di intavolare una conversazione con un adulto, tentai la mia fortuna con un bambino. “LEI, come si chiama?” gli chiesi. Lui guardò a destra, poi a sinistra, poi di nuovo a me: “Io?”, chiese confuso. “Mi chiamo Giacomo, e LEI?”

Anche io mi girai a destra e a sinistra prima di capire che parlava con me. “Oh, io sono Trisha.” Poi il piccolo Giacomo mi diede una lezione. “LEI non deve usare LEI con me perché io sono un bambino e LEI no.” A quel punto ero totalmente disorientata e Giacomo aveva di meglio da fare che cercare di spiegare la grammatica italiana a un’adulta.

Così cominciai a stilare una mia lista personale per l’uso del LEI.

Regola numero uno – la regola di Giacomo – bisogna usare il LEI con chi è più grande per mostrare rispetto.

Regola numero due — bisogna usare il LEI  per mostrare rispetto quando si parla con la gente nei negozi, nei bar, oppure con insegnanti e medici.

Ma con gli insegnanti e i medici mi sono intrecciata un po’. Il problema è che LEI, oltre che per la forma di cortesia, è usato anche come pronome e complemento femminile. E con due figlie femmine, è difficile capire di chi si stia parlando. Una volta, la pediatra mi ha detto: “Se LEI le darà questa medicina tre volte al giorno, entro una settimana, LEI starà molto meglio.” Ho risposto: “Scusi, non capisco, chi è LEI?”. La dottoressa ha pensato che stessi chiedendo chi fosse LEI e ha risposto: “La sua pediatra.” Ho dovuto pregarla di usare il TU con me, per il bene delle mie figlie e per la mia salute mentale.

Regola numero tre – la regola di mio marito. Quando hai un alterco con qualcuno (cosa molto comune a Roma), usa sempre il LEI.

Mi ci è voluto un po’ per capire tutto questo. Ho notato che è in pieno stile italiano scendere dalla macchina come un fulmine e aggredire subito l’altro automobilista. Forse pensano che chi ha ragione debba urlare di più ed essere più aggressivo. Il consiglio di Gustavo è: mantenere le distanze con il LEI.

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