Caffè espresso, Corruzione, Omicidio… e Bella Figura

Aurelio Zen, garbato investigatore di polizia sempre vestito Armani.

“Aurelio Zen – è un poliziotto in un mondo dove la pressione non si allenta mai, il pericolo è sempre all’erta e lui indossa Armani. Non può farci niente se il suo nome continua a finire sui giornali, sta solo cercando di fare il suo lavoro, combattere il crimine con discrezione. Potrebbe dare fastidio a qualcuno nelle alte sfere. E’ complicato, è la Roma in cui donne vestite di gonne attillate camminano sui sanpietrini con i tacchi a spillo, dove le auto viaggiano veloci e pranzi si dilungano. Ma lui sa barcamenarsi. E’ intelligente, spiritoso, audace, vive con sua madre. Tipico. E’ italiano. Veneziano, per la precisione.

Si chiama Zen, ma non ha niente a che fare con il buddismo. E’ un investigatore di polizia di Roma… il Colosseo, Trinità dei Monti, caffè espresso, corruzione, omicidio…”

–Introduzione a “Zen” a “Masterpiece Mystery” di Alan Cummings.

La mia amica di blog Adri Barr di TheFrontBurner.us mi ha mandato un video con l’introduzione a “Zen” a “Masterpiece Mystery” di Alan Cummings. Mi ha raccontato che quando lei e suo marito hanno sentito come descriveva la vita romana sono scoppiati a ridere perché si sono ricordati di alcune descrizioni in questo blog.

Perciò lo condivido con tutti voi, questo è il link al video.

E questi sono i miei post sui vari argomenti:

Tacchi a spillo su antichi sanpietrini — Linguine e gambe sensuali e Barcollare ad alta quota

Caffè espresso – Caffè all’italiana

Uomini italiani e le loro mamme – La supermamma italiana

Corruzione e omicidio – Complotto per assassinare il Papa e E’ stato il maggiordomo

Ci sono alcuni punti menzionati da Cummings ai quali non sono ancora arrivata… auto veloci, pranzi lenti e uomini vestiti Armani. Li metto sulla mia lista, ma nel frattempo, una piccola nota sulla bella figura.

L’altro giorno, dopo aver ascoltato l’introduzione di Cummings, stavo seguendo un incontro tra il primo ministro Mario Monti e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Prima della riunione, osservavo gli agenti in borghese. Arrivavano a tutta velocità a bordo di auto civetta grigio metallizzato, sgommavano sulla ghiaia e scendevano svelti, pronti all’azione… Ma non c’era granché di azione, solo un gruppetto di giornalisti accaldati armati di telecamere e computer. Comunque facevano bella figura, impeccabili nei loro abiti costosi e occhiali a specchio. Ne avrei voluto fotografare uno per il mio blog, specialmente quello in abito gessato e occhiali tirati sui capelli ricci e impomatati, occhi blu, un auricolare con cavo a spirale appuntato dietro la giacca per ascoltare eventuali comunicazioni di sicurezza. Avrebbe potuto essere Aurelio Zen…

Mentre il meeting era in corso, ho incontrato un mio amico, giornalista di un’importante testata italiana. Abbiamo scambiato qualche parola, ma io non avevo tempo perché stavo coordinando la diretta della conferenza stampa per AP Television, cercando contemporaneamente di scrivere e montare un servizio sul mio portatile.

Trisha Thomas (con l’aria, pare, da massaia), Pietro De Cristofaro e Gigi Navarra che cercano freneticamente di finire di montare il pezzo sulla conferenza stampa Monti-Merkel con il computer poggiato precariamente su un’auto fuori dal Ministero degli Affari Esteri.

Il giorno seguente, il mio amico giornalista passava vicino al mio ufficio e mi ha chiamata chiedendomi di scendere a prendere un caffè. Ci siamo visti al bar e con mia sorpresa, mi ha fatto una piccola predica. Ha detto che avevo fatto una brutta figura all’incontro Monti-Merkel. Ha detto che ero vestita come una massaia e che me n’ero stata tutto il tempo curva sul computer come un bambino con un nuovo videogame. Per tutta risposta l’ho mandato all’inferno, replicando che stavo facendo il mio lavoro e il mio scopo è farlo bene e fare bella figura con i miei capi, non con gli altri giornalisti a una conferenza stampa. Lui ha osservando che erano presenti tutti i ministri italiani e i loro addetti stampa e se io voglio essere presa sul serio come giornalista in questo Paese, devo vestirmi adeguatamente. Questo mi ha ricordato un episodio degli esordi della mia carriera di giornalista. Un giorno dovevo coprire una conferenza stampa dei ministri degli esteri italiano e israeliano a Tel Aviv.

I giornalisti italiani si presentarono in abito Armani e cravatta, le donne con tacchi alti e gonne attillate, tutte odorose di profumi costosi. I giornalisti israeliani, uomini e donne, arrivarono in pantaloni corti e sandali Birkenstock. Alcune donne avevano camicie senza maniche, ascelle non depilate e non si erano preoccupate del deodorante. Pochi minuti dopo l’inizio della conferenza stampa, scoppiò un furioso diverbio fra israeliani e italiani circa la traduzione. Io ero sbigottita. Due culture con atteggiamenti opposti nei confronti dell’abbigliamento, ma con lo stessa propensione mediterranea ad alzare la voce e a gesticolare.

Ma torniamo alla mia brutta figura. Credevo di essere vestita piuttosto bene per la conferenza stampa, ma di certo non pensavo di dover impressionare nessuno.

Il giornalista italiano Beppe Severgnini ha recentemente pubblicato il libro “La Bella Figura: A Field Guide to the Italian Mind.” Secondo la sua definizione, ‘fare bella figura’ vuol dire ‘fare una buona impressione’, in senso estetico.

Sono tornata a consultare il classico di Luigi Barzini “Gli italiani” per cercare di capire meglio. Barzini scrive: “In altre parti del mondo, la sostanza ha sempre la precedenza e il suo aspetto esteriore viene considerato utile ma secondario. Qui da noi, invece, la rappresentazione è importante quanto la realtà, anzi molte volte più importante. (…) è forse dovuta al fatto che il clima ha consentito agli italiani di vivere quasi sempre fuori casa, nelle vie e nelle piazze; essi giudicano gli uomini e gli eventi non tanto da ciò che leggono o apprendono, (…) quanto da ciò che vedono, odono, toccano e odorano.”

Beh, cari lettori del blog… per oggi è tutto. Devo pensare alla bella figura!! Mi metterò una gonna attillata, tacchi a spillo, un profumo intenso e mi avventurerò sui sanpietrini. Forse mi imbatterò in Aurelio Zen… che a detta di Adri è un grande “piacere per gli occhi”. Oppure… ripiegherò semplicemente su un gelato!

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