La ‘Ndrangheta, la più spietata delle mafie italiane, è uscita dalla sua roccaforte tradizionale in Calabria e sta penetrando nelle ricche città del Nord Italia. A contrastare questa penetrazione, una donna impavida, Ilda Boccassini, la Mamma-Tigre.
Il magistrato Ilda Boccassini persegue la corruzione e il crimine da trent’anni. 60 anni circa, madre di due figli, una super-donna che molti chiamano Ilda la Rossa, per via della sua massa di capelli rossi. Io invece preferisco chiamarla Mamma-Tigre e vi spiego perché.
Prima però, lasciate che vi racconti quello che è successo in Italia la settimana scorsa.
L’antimafia ha condotto un blitz contro la Ndrangheta, culminato nell’arresto di un politico, un giudice, alcuni avvocati, un ufficiale di polizia e un banchiere. La Boccassini è stato un magistrato chiave dell’indagine. In una conferenza stampa a Milano, Ilda Boccassini e i suoi colleghi hanno presentato un dossier di 810 pagine in cui si descrive come hanno scoperto, principalmente attraverso intercettazioni telefoniche, che la mafia del Sud ha allungato i tentacoli fino al Nord Italia.
Negli anni, Ilda Boccassini ha combattuto la mafia siciliana e i brigadisti rossi, e più recentemente, la ‘Ndrangheta che emigra al Nord. A luglio 2011, ha contribuito a lanciare una massiccia operazione di polizia risultata nell’arresto di 300 sospetti affiliati alla ‘Ndrangheta. In questa occasione, il britannico The Telegraph ha scritto: “Le intercettazioni della polizia hanno registrato il commento alla notizia che il magistrato incaricato era Ilda Boccassini. ‘Quella è una tigre. L’ho vista qualche volta in Tv’ pare abbia esclamato Giuseppe Pelle, sospetto affiliato alla ‘Ndrangheta. E il suo informatore pare abbia risposto: ‘Perciò devi tenere gli occhi aperti. Quella non si ferma davanti a niente.”
L’unica volta che ho visto Ilda Boccassini di persona è stato a Milano, all’apertura del processo contro il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per induzione alla prostituzione di una minore e abuso di autorità nel tentativo di insabbiare il fatto. Il caso è diventato famoso come il ‘processo Ruby’ perché Berlusconi è accusato di aver invitato la giovane marocchina soprannominata Ruby a un ‘bunga bunga’ ad Arcore (vedi post Berlusconi’s Babes).
Quella mattina c’era tutta la stampa internazionale presente in Italia. Altri erano arrivati dall’estero. Ho visto i colleghi di BBC, CNN, CBS, Newsweek, NPR e Al-Jazeera. La storia aveva il giusto miscuglio di sesso e potere per suscitare la frenesia dei media internazionali.
I giornali di proprietà della famiglia Berlusconi avevano lanciato una campagna contro Ilda Boccassini con titoloni sulla sua relazione con un giornalista di sinistra anni prima. Ovvio che una donna abituata a convivere con le minacce di morte non si spaventa davanti a questo tipo di attacchi.
L’aula del tribunale era affollata, sono riuscita a conquistarmi solo un posto in piedi. Quando è entrata Ilda Boccassini, sembrava avvolta da un’aura di intoccabilità. Mi è passata accanto con la tunica nera e i capelli rosso fiammante. Non sorrideva. Gli si leggevano in faccia le parole: con me non si scherza. Però io volevo allungare il braccio e toccarla. Volevo dimostrare a me stessa che questa grande donna era reale.
La ‘tigre’ è anche una madre. Niente a che fare con la Mamma Mozzarella, io la considero il massimo esempio di Mamma-Tigre italiana. Non rilascia interviste ai giornalisti, mi sono fatta questa idea ascoltando alcuni suoi discorsi e conferenze stampa.
La Boccassini ha pagato cari i suoi successi e le numerose minacce di morte non devono averle reso facile il compito di madre.
Nel 2007, in un incontro con gli studenti di una scuola di Milano, ha dichiarato: “Quando i miei figli erano piccoli, avevano tanta paura per me. Sono cresciuti con l’angoscia di quello che mi sarebbe potuto succedere a causa delle mie scelte professionali e delle minacce che ricevo. Spero che un giorno mi perdonino.” (citazione dal numero di Gioia del 14 febbraio 2011).
Non so come si sentano i suoi figli, ma so che gli italiani sono grati a Ilda la Rossa, la Mamma-Tigre italiana, per il suo appassionato impegno nello sradicare la mafia.