Cosa Bisogna Aspettarsi in Italia Quando Stai in Dolce Attesa

Incinta con Nico nella primavera di 1995. Lavorando su un servizio su i Rom a Roma. Nota: La teoria italiana sembra che funziona qua. Ero incinta con un maschio ed ero relativamente in forma.

Nota ai lettori del blog: Un’attenta lettrice ha notato che nel mio ultimo post Uno spettacolare show per Niccolò ho disinvoltamente dichiarato che, incinta di cinque mesi, sono salita in terrazza insieme agli altri per vedere i fuochi di Capodanno “con un bicchiere di champagne in mano”. La lettrice ha notato che una tale affermazione non sarebbe ben accolta negli Stati Uniti – dove bere alcolici in gravidanza è considerato sconveniente – e che contro di me verrebbero scagliate “molte frecce”. A essere sincera, il pensiero non mi ha neanche sfiorata, ma adesso che lo so, vi propongo qualche stralcio del mio manoscritto sull’argomento ‘essere incinta in Italia’. Spero che questo aiuti a chiarire l’atteggiamento italiano sull’argomento e il mio comportamento.

Gli italiano adorano le donne incinta. Non so se dipenda dal sollievo per l’innalzamento del tasso di natalità o se la cosa abbia a che fare l’idea cattolica della Madonna. Comunque sia, l’effetto della mia pancia sugli italiani è stato sbalorditivo. La gente mi guardava e diceva: “Auguri!” Persone sconosciute allungavano il braccio e mi toccavano la pancia in ascensore chiedendo: “Maschio o femmina?”

Quando rispondevo che non lo sapevo, formulavano subito la loro ipotesi. In Italia ci sono due teorie. La prima è che se la donna ha una pancia piccola e tonda, non ha preso molto peso ed è in forma, allora avrà un maschio. La seconda teoria è che se la madre è ingrassata, fuori forma e poco attraente, avrà una femmina… perché la bambina ha rubato la bellezza della madre.

E’ possibile che queste teorie spingano gli italiani a una vita di relazioni stereotipate? Da una parte, figli maschi che reputano le madri perfette (e madri che cucinano, stirano e comprano biancheria intima per i figli quarantenni), dall’altra, figlie femmine abituate a competere in una gara di bellezza con le altre ragazze.

Gli italiani sono anche prodighi di consigli per le donne incinta, dalle scarpe (troppo alte), alla valigetta (troppo pesante), alla sua presenza a una conferenza stampa (troppo stressante), e così via. Una mia amica americana trovava insopportabile queste intromissioni, io invece ne approfittavo allegramente, sedendomi sul posto offertomi in autobus, discutendo il sesso del nascituro e ricordando ai miei interlocutori che persino la Madonna cavalcò un mulo fino a Betlemme negli ultimi giorni di gravidanza, e Gesù venne alla luce senza problemi.

L’unico ambito in cui gli italiani non interferiscono è quello del cibo e delle bevande. Nessuno rimprovera una donna incinta che beve un cappuccino o un bicchiere di vino rosso a cena, o che fuma una sigaretta dopo – questi sono affari suoi.

Quando aspettavo il terzo figlio, all’ottavo mese di gravidanza ho fatto una vacanza in Toscana con gli altri due figli e i miei genitori. Un giorno andammo a visitare le cantine Banfi. Al termine del tour, ci portarono nel locale degli assaggi e la nostra guida prese tre bottiglie di vino – un Rosso di Montalcino, un Brunello e un Pinot Grigio. Versò agli adulti tre bicchieri ciascuno. Io presi un sorso da ognuno e poi dissi: “Veramente non dovrei.” Lei rispose con un sorriso: “Certo che deve! Così il suo bambino nascerà già in grado di apprezzare e capire il vino.” Cos’altro poteva dire una toscana? Da quelle parti si impara a conoscere il vino in tenera età…

Eravamo alloggiati in una vecchia fattoria. Un pomeriggio stavo parlando con il contadino della casa accanto e lui mi invitò nella sua cantina. Dentro c’erano tre enormi tini per la produzione di vino e di grappa, su due pareti c’erano scaffali di legno stipati di bottiglie, e sulla quarta, scansie di salsa di pomodoro fatta in casa. “Cosa posso offrirle?” mi chiese. Io indicai la pancia e dissi: “Non posso, sono incinta.” “Per questo ha bisogno di un goccetto” rispose sorridendo, ma non scherzava. Non sono sicura che ne avessi bisogno allora, ma oggi, con due figli adolescenti e una nella fase pre-adolescenziale, credo che tornerei volentieri a visitare quella cantina.

Incinta con Chiara in Febbraio 2000 mentre seguivo Giovanni Paolo II al Monastero di Santa Caterina a Monte Sinai, insieme con Gianfranco Stara (AP Television), Hada Messia (CNN) e Vito Monaco (CBS News) Nota: In sintonia con la teoria Italiana ero incinta con una femmina e sembravo piu cicciona e rotonda.

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